mercoledì 5 aprile 2017

Recensione "Carve The Mark: I predestinati" di Veronica Roth

Buongiorno miei prodi. Avete visto la nuova grafica, che ne pensate? Questa volta ho voluto realizzare io qualcosa, seguendo dei colori piuttosto neutri, ma al contempo primaverili.
Oggi, dopo quella che sembra una infinità di tempo, vi propongo la mia recensione di Carve The Mark, finalmente. Ditemi come sempre la vostra nei commenti.



"Carve the Mark: I predestinati"
di Veronica Roth

Editore: Mondadori
Prezzo: €13,53
Genere: young adult, fantasy, fantascienza
Trama: Il primo capitolo della nuova saga di Veronica Roth. In una galassia lontana, dove la vita degli uomini è dominata dalla violenza e dalla vendetta, ogni essere umano possiede un “donocorrente”, ovvero un potere unico e particolare, in grado di determinarne il futuro. Ma mentre la maggior parte degli uomini trae un vantaggio dal dono ricevuto in sorte, Akos e Cyra non possono farlo. Al contrario, i loro doni li hanno resi vulnerabili al controllo altrui. Cyra è la sorella del brutale tiranno Shotet Ryzek. Il suo donocorrente, ovvero la capacità di trasmettere dolore agli altri attraverso il semplice contatto fisico, viene utilizzato dal fratello per controllare il loro popolo e terrorizzare i nemici. Ma Cyra non è soltanto un’arma nelle mani di un tiranno. La verità è che la ragazza è molto più forte e in gamba di quanto Ryzek pensi. Akos appartiene al pacifico popolo dei Thuve, e la lealtà nei confronti della famiglia è assoluta. Quando lui e il fratello vengono catturati dai soldati Shotet di Ryzek, l’unico suo pensiero è di riuscire a liberarlo e a portarlo in salvo, costi quel che costi. Quando poi viene costretto a entrare a far parte del mondo di Cyra, l’ostilità tra i loro due popoli sembra diventare insormontabile, tanto da costringere i due ragazzi a una scelta drammatica e definitiva: aiutarsi a vicenda a sopravvivere o distruggersi l’un l’altro.


Recensione


Vorrei fare un bel discorso per descrivere questo libro. Inizio col dire che avevo aspettative molto basse, un po' perché non ne avevo sentito parlare benissimo, ma soprattutto devo ancora riprendermi dalla delusione di Allegiant, ultimo libro della sara Divergent sempre di Veronica Roth.
Le mie emozioni erano contrastanti: sapevo che la Roth ha un modo di scrivere che mi fa impazzire, ma allo stesso tempo ero terrorizzata che Carve the Mark fosse una copia rimescolata di Divergent, insomma ambientazioni diverse, ma stessa storia.
Mi sono dovuta ricredere totalmente, non ho trovato quasi nessun punto in comune con l'altra serie, certo alcuni particolari vagamente la ricordano, ma penso sia più il tratto distintivo dell'autrice che non una copiatura.

Sempre parlando di questo libro, per chi non lo sapesse, appena uscito ci fu un polverone, perché secondo alcune critiche americane, il libro presentava tratti razzisti. Sostanzialmente, secondo tali voci, i cattivi del romanzo erano tutti solamente di pelle scura. Voglio rassicurarvi dissentendo totalmente da queste critiche, perché infondate e una volta che si ha letto il romanzo per davvero si capisce come fossero dette solamente da chi il libro non lo aveva mai aperto. Parliamoci chiaro, in questo libro non sono i personaggi di pelle scura ad essere cattivi, non ci sono proprio i buoni.

Parliamo invece, velocemente, della storia. Siamo un universo distopico, lontano dalla nostra realtà, ambientato in una galassia unita dall'Assemblea abbastanza antagonista dei popoli meno fortunati — un po' come il Senato in Star Wars. La storia è raccontata in terza persona per conto di Akos, uno dei nostri due protagonisti, e in prima da Cyra.
All'inizio, proprio perché, come detto prima, ho ancora la delusione che ribolle di Allegiant, l'alternarsi della persona verbale e del punto di vista non mi aveva convinto molto; terminato il libro posso dire, come avevo previsto, che poteva essere scritto tutto in terza persona, senza trovare questo stratagemma per farci arrivare a Cyra, ma volendoci far vedere prima Akos e la sua famiglia. L'ho trovata una scelta di convenienza e anche un po' fastidiosa.
La trama è espressa con chiarezza, la bravura della Roth di descrivere il mondo di Thuve — come cavolo di pronunciano questi nomi? — e non solo è sorprendente, pagina dopo pagina. Il finale, forse, un po' prevedibile, ma allo stesso tempo per niente deludente.

Il libro tutto sommato mi ha sorpreso, un pochino lento in alcuni passaggi, ma pieni di adrenalina in altri. Insomma, devo fare i miei complimenti alla Roth per non essersi ripetuta, cosa che forse si aspettavano tutti, in quanto è un errore che quasi tutti commettono — vedi la Rowling, per intenderci.
Carve the Mark, titolo che si comprende solamente a metà libro, è stata una lettura piacevole e coinvolgente. Non mi è dispiaciuta affatto.




Carve the Mark series


1. Carve the Mark: I predestinati (Mondadori, 2017)
2. Untitled (Inedito, 2018)

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta nel rispetto degli altri.